I complementi dell’analisi logica fanno parte, assieme agli attributi ed alle apposizioni, di quegli elementi definiti variabili.
Questo significa che, in una proposizione, possono esserci ma non sono indispensabili.
La frase minima è composta da soggetto e predicato verbale, es. “Luca mangia”. Se aggiungiamo un complemento, questo non fa altro che puntualizzare, approfondire o arricchire la frase minima.
Per esempio, nella proposizione “Luca mangia una mela”, la mela è un complemento, nello specifico si tratta di un complemento oggetto.
Chiaramente un periodo può essere composto da numerosi complementi, senza che questo vada in qualche modo ad alterarne la struttura basilare o il senso della stessa.
Complementi dell’analisi logica diretti ed indiretti
Come vedremo tra poco, i complementi dell’analisi logica sono davvero tanti. Tuttavia, è possibile raggrupparli in due macro categorie: i complementi diretti ed i complementi indiretti.
I complementi diretti
Per complementi diretti si intendono quelli che si legano al verbo direttamente, cioè senza una preposizione.
In questa prima categoria rientrano soltanto tre complementi:
- il complemento oggetto;
- il complemento predicativo del soggetto;
- il complemento predicativo dell’oggetto.
I complementi indiretti
La categoria decisamente più numerosa e variegata è quella dei complementi indiretti, ossia tutti quelli costruiti fondamentalmente con preposizioni semplici o articolate e che aggiungono numerose informazioni alla frase.
Il modo più efficace e più utilizzato per individuare correttamente di quale tipologia di complemento ci stiamo occupando, consiste nel chiederci: “a quale domanda risponde?”.
Proviamo a spiegarci in maniera più chiara utilizzando i principali complementi indiretti:
- Il complemento di specificazione: risponde alle domande “di chi? di che cosa?”. Es: i figli dei miei amici sono bravissimi.
- Il complemento di termine: risponde alla domande “a chi? a che cosa?”. Es: ho portato i biscotti ad Anna.
- Il complemento d’agente o di causa efficiente: risponde, nelle frasi con verbo passivo, alle domande: “da chi? da che cosa?”. Es: L’uovo di Pasqua è mangiato dai bambini.
Altri complementi di cui puoi trovare delle guide specifiche sono:
- il complemento di mezzo, identifica la persona, l’animale o la cosa mediante cui si compie l’azione che viene espressa dal verbo, ossia dal predicato;
- il complemento di limitazione, risponde ad esempio alle domande limitatamente a chi? Limitatamente a che cosa? Rispetto a chi? Rispetto a che cosa? In quanto a che cosa?
- il complemento di argomento, si riconosce se risponde alle domande “di chi?”, “di quale argomento?” , “su quale argomento?”
- il complemento di paragone, indica le cose, le persone o gli animali messi a confronto con il primo termine;
- il complemento di unione, si utilizza quando ci si riferisce a qualcosa di inanimato;
- il complemento di modo, indica il modo o la maniera, appunto, nel quale si svolge un’azione o avviene un fatto;
- il complemento di tempo, può essere di tempo determinato o di tempo continuato;
- il complemento di denominazione, definisce il nome comune che lo regge indicandone il nome proprio;
- il complemento di luogo, ne esistono di 4 tipologie;
- infine, il complemento di fine, risponde alle domande “a quale fine?”, “a quale scopo?”.
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