Il gelsomino notturno - Giovanni Pascoli

Il gelsomino notturno di Giovanni Pascoli: analisi e commento

Il gelsomino notturno” è un componimento poetico scritto da Giovanni Pascoli in occasione delle nozze del suo amico Raffaele Briganti e pubblicato nel 1903 nei “Canti di Castelvecchio”.

Il commento a “Il gelsomino notturno”

Tutta la poesia ruota attorno a due tematiche opposte ma da sempre legate indissolubilmente: la vita e la morte.

Non mancano riferimenti alla natura, elemento centrale per i simbolisti per cui la stessa appare impregnata appunto di simboli riconducibili a molteplici aspetti dell’esperienza umana.

Inoltre, nel componimento sono presenti dei cenni al tema della sessualità vista nell’ottica del concepimento di una nuova vita.

Ma procediamo con ordine.

Nella prima strofa Pascoli parla di fiori notturni, noti anche come belle di notte o gelsomini notturni che hanno la caratteristica di schiudersi solo al calar del sole ma anche di farfalle crepuscolari, alludendo simbolicamente all’uomo ed alla donna.

Queste immagini, simbolo di vita, vengono però affiancate ad un altro elemento. Mente lì fuori, di sera, i fiori si schiudono, per il poeta questo è invece il momento della giornata in cui ripensa ai suoi cari, ormai defunti.

Ecco il primo accostamento tra vita e morte.

Nella seconda strofa viene descritto un paesaggio silente in cui si sente soltanto un suono simile ad un bisbiglio proveniente da una casa. Il resto tace, ognuno riposa nel proprio nido.

Quello del nido, inteso come luogo sicuro ed al riparo da ogni difficoltà, è un tema ricorrente nella produzione letteraria di Pascoli.

Nella terza e nella quarta strofa viene descritto l’atto sessuale, sempre per mezzo di similitudini ed analogie, v. 10 “l’odore di fragole rosse” che avviene v.11 “là nella sala”, come a voler sottolineare l’estraneità del poeta a questo piacere.

Il concepimento nuovamente contrapposto alla morte v.12 “Nasce l’erba sopra le fosse”.

Il componimento si conclude con un’immagine carica di speranza vv. 22, 23, 24 “si cova, dentro l’urna molle e segreta, non so che felicità nuova.”.

L’urna molle e segreta indica il grembo della moglie che si prepara ad ospitare una nuova vita, fonte di felicità.

Il gelsomino notturno: l’analisi metrica del brano

Il testo si compone di sei strofe da 4 versi novenari ciascuna.

La rima è incrociata, lo schema è ABAB-CDCD etc. solo nell’ultima quartina figura una rima ipermetra tra i vv. 21-23 “petali, segreta” .

Vi è un ampio ricorso ai segni di punteggiatura, per cui prevale indubbiamente la paratassi e gli enjambements non sono frequenti, ne troviamo solo uno ai vv. 9-10 ed uno ai vv. 17-18.

Per quanto concerne le principali figure retoriche, all’interno del componimento troviamo:

  • Al v. 4c’è una metonimia: “le farfalle crepuscolari”.
  • Ai vv. 6 e 13 ci sono due personificazioni: “una casa bisbiglia” e “un’ape tardiva sussurra”.
  • Ai vv. 10 e 16 ci sono due sinestesie “l’odore di fragole rosse” e “va col suo pigolìo di stelle”.
  • Ai vv. 13 e 23 ci sono due metafore “un’ape tardiva sussurra”, rappresenta il poeta estraneo a quanto viene narrato e “l’urna molle e segreta” rappresenta il grembo della futura madre.

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