Giovanni Pascoli è il poeta italiano più “rivoluzionario”; cresciuto al termine del 1800, viene da molti ricordato un innovatore ed esponente italiano della corrente culturale del Decadentismo, insieme anche a Gabriele d’Annunzio e Luigi Pirandello. Famosa è la sua poetica, quella del “fanciullino“, anima che in ognuno è sempre presente. Di seguito vi proponiamo un breve riassunto della vita dell’autore, della sua poetica ben presente nelle sue raccolte più famose: Myricae e Canti di Castelvecchio.
Riassunto vita Giovanni Pascoli
Giovanni Pascoli nasce nel 1855 nella provincia di Forlì, quarto di dieci fratelli. La sua infanzia fu segnata dall’assassinio del padre il 10 agosto 1867, che verrà impunito e cercherà personalmente i colpevoli e il motivo, ma invano. Morti anche due fratelli e la madre, lascia il collegio di Urbino e si trasferisce a Rimini per occuparsi degli altri fratelli.
Dopo aver vinto una borsa di studio all’università di Bologna, partecipa a una manifestazione contro il Ministro della pubblica istruzione, che provocherà la perdita della borsa e quindi abbandonerà gli studi. Dopo aver partecipato ad un’altra manifestazione nel 1879, passa alcuni mesi in carcere a Bologna.
Poi riprenderà gli studi e si laureerà in letteratura greca nel 1882. dopo la morte del fratello maggiore, diventa il capofamiglia e punta alla costruzione del nido famigliare. Si stabilisce a Massa con le due sorelle Ida e Maria, per le quali nutrirà una gelosia morbosa, tanto che andrà ad abitare a Castelvecchio con Maria, la quale, dopo la morte di Pascoli, diventerà la curatrice degli inediti e l’erede letteraria. Mentre insegna in diversi licei pubblica Myricae, Poemetti, Canti di Castelvecchio. Nella prima raccolta ricordiamo alcune poesie quali: La mia sera, Novembre, Lavandare, X Agosto ed Arano. Prende la cattedra di Carducci a Bologna, suo maestro. Muore nel 1912.
Ecco alcuni tratti caratteristici della poetica pascoliana:
I temi di Pascoli
Pascoli è un poeta fondamentalmente simbolista convinto perciò che le cose nascondano un significato più profondo e che solo chi dotato di particolari capacità può percepire. Il tema del nido metafora della famiglia e i paesaggi romagnoli fanno parte della raccolta. La caratteristica che rende Pascoli un poeta irrazionale oltre che simbolista è la modalità con cui rappresenta le cose: cerca di cogliere e intuire una serie di immagini uditive e visive.
Se nelle prime edizioni di Myricae il tema della morte non sembra incombere, con il passare degli anni la figura dell’uccisione del padre e le tragiche vicessitudini familiari fa avvertire già dall’inizio della raccolta la presenta della morte su tutti gli aspetti della realtà. Quest’ultima sembra però difficile da cogliere infatti Pascoli accosta immagini e colori rasserenanti tinti allo stesso tempo di malinconia perché intesi come scene abituali della vita.
La rivoluzione della poetica in Pascoli
La figura del poeta perciò cambia anche per questo: prima scriveva “vedendo” la realtà, ora la “sente” quasi per aggirare il problema. Ne consegue perciò l’uso di figure retoriche quali l’onomatopea, sinestesia tipiche anche del Simbolismo francese (di Charles Baudelaire).
La poetica del “fanciullino”
Per Pascoli il poeta è un fanciullino. I bambini riescono infatti a vedere cose che gli adulti non vedono, hanno più attenzione per certe cose, sono più spontanei, semplici, curiosi. Poi col crescere questa parte infantile viene soffocata. Soltanto il poeta riesce a liberare il bambino e riuscire così con quello sguardo incantato e puro ad osservare le cose più semplici ed a celebrarle nelle sue poesie. Ha dunque un approccio intuitivo, irrazionale, simbolista e quindi secondo Pascoli la poesia deve essere semplice.
Il testo é scritto malissimo, pieno di errori di sintassi e di frasi confuse che non significano niente….
Meravigliosa. Utile