Tra i poeti più influenti del Novecento c’è di certo Eugenio Montale; ha vissuto le due Guerre Mondiali ed ha segnato gran parte della poetica italiana. Ha conosciuto e “fatto conoscere” Italo Svevo, ma ricordiamo anche la sua critica nei confronti di Gabriele d’Annunzio nella poesia “I Limoni”. Ecco perciò un breve riassunto:
Riassunto vita Eugenio Montale:
Eugenio Montale nasce a Genova nel 1896 da una famiglia abbastanza agiata; si diploma nel 1915 in ragioneria, anche se intanto si appassiona molto alla letteratura ed al paesaggio ligure delle Cinque Terre dove trascorse le vacanze con la famiglia.
Partecipa alla Prima Guerra Mondiale nel 1917 poiché obbligato dalla leva militare ed una volta rientrato continue nella scrittura delle sue opere; riesce a farsi conoscere con la pubblicazione della raccolta “Ossi di seppia” nel 1925. In questa raccolta è incluso il suo componimento più famoso, cioè Meriggiare pallido e assorto.
Fu antifascita, tanto che firmò il “Manifesto degli intellettuali antifascisti” e negli stessi anni fu uno dei primi autori a capire le potenzialità di Italo Svevo che conosce personalmente a Trieste. Questa stima nei suoi confronti, è sottolineata dal fatto che Montale dedica un articolo “Omaggio a Italo Svevo” comparso su un’importante rivista. Ebbe per sempre una profonda stima per l’autore triestino (scomparso molto giovane), al contrario delle critiche rivolte a Gabriele d’Annunzio nella poesia “I Limoni”.
A partire dal 1927 si sposta a Firenze ove è nominato direttore del Gabinetto scientifico-letterario Viesseux; in questa città conosce un’altra musa ispiratrice Irma Brandeis a cui dedica la raccolta “Le occasioni”, ma ben presto a dominare la scena sarà l’incombere delle leggi razziali (1938) che obbligarono la donna a tornare negli Stati Uniti.
La promulgazione di queste leggi è occasione per Montale di ospitare e nascondere importanti autori ebrei del panorama italiano come Carlo Levi e Umberto Saba. A causa delle sue ostilità verso il Pnf, a cui non iscriverà mai, fu licenziato e durante gli anni della guerra dovette arrangiarsi come traduttore.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale
Finalmente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Montale si iscrive al Partito d’azione, ma pochi anni dopo abbandona la politica poiché deluso dalla situazione italiana.
Nel 1948 si trasferisce a Milano poiché assunto dal Corriere della Sera dove pubblica molteplici articoli di attualità culturale; sposa nel 1962 Drussila Tanzi (detta “Mosca”), conosciuta nel 1939, che morì solo un anno dopo le nozze. Da sottolineare che dal 1956 al 1964 Montale non pubblica nessuna opera.
I nuovi decenni (gli anni Cinquanta e Sessanta) sono, forse, i migliori anni; infatti viene premiato sia a livello italiano che all’estero: dapprima a Roma, Cambridge, il premio Feltrinelli ed infine la nomina a senatore a vita.
I riconoscimenti però non terminano, poiché nel 1975 viene insignito del Premio Nobel per la Letteratura alla soglia degli ottant’anni.
Morirà a Milano nel 1981 alla veneranda età di 85 anni; per sottolineare ancora l’importanza avuta da questo autore, soprattutto in Italia, vengono celebrati funerali di stato con la solenne presenza dell’allora presidente della Repubblica: Sandro Pertini.
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