Arano, è un componimento di Giovanni Pascoli scritto nel 1896 ed incluso nella raccolta Myricae. Dopo aver letto il breve testo, abbiamo preparato un riassunto, un’analisi con l’individuazione delle figure retoriche e il commento.
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Arano – Testo:
Al campo, dove roggio nel filare
qualche pampano brilla, e dalle fratte
sembra la nebbia mattinal fumare,
arano: a lente grida, uno le lente
vacche spinge; altri semina; un ribatte
le porche con sua marra paziente;
ché il passero saputo in cor già gode,
e il tutto spia dai rami irti del moro;
e il pettirosso: nelle siepi s’ode
il suo sottil tintinno come d’oro.
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Arano – Figure retoriche
- “nebbia mattinal fumare”: anastrofe
- “lente grida”: sinestesia
- “passero saputo”: personificazione
- “sottil tintinno”: allitterazione della t e sinestesia
- “come d’oro”: similitudine
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Arano – Analisi
La poesia ha un andamento particolarmente lento grazie all’uso frequente della punteggiatura; quest’ultima viene spesso usata da Pascoli anche per isolare le parole, precedute e seguite da una virgola, per dar maggior risalto ad essa. Ciò sarà tipico nei poeti appartenenti alla corrente letteraria dell’Ermetismo ed in particolare a Ungaretti (seppur pre-Ermetico).
Come nella maggior parte dei componimenti pascoliani, ritroviamo la descrizione di un quadretto naturalistico con lo sfondo della campagna. Ciò sta a testimoniare la volontà di Pascoli di narrare vicende di umili persone.
Allo stesso tempo però si ha l’uso di due differenti linguaggi: per esempio utilizza un termine poco usato come “roggio” per indicare il colore rosso e “passero” con il quale indica un qualsiasi tipo di volatile.
Provando a leggere e rileggere il componimento, potreste decorare su una tela un paesaggio non ben definito: davanti a noi avremmo due persone “non ben definite” che arano e seminano la terra; dietro di loro un paesaggio autunno-invernale con in lontananza della nebbia tipica di una tiepida giornata primaverile. Il tutto può ricordare un dipinto Impressionista, ecco perchè spesso si parla di impressionismo pascoliano.
Il tema della “morte” non è presente in modo così esplicito come in altri componimenti pascoliani (come X Agosto o Novembre), ma la lentezza del testo e la continuità delle azioni (come arare e seminare) può ricordare in modo malinconico la vita dell’uomo e la sua ripetitività.
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Arano – Riassunto
La prima strofa ci fornisce una descrizione generale del paesaggio invernale dove sembra esserci qualche foglia brillare. Due persone non ben definite stanno svolgendo lentamente le quotidiane mansioni della campagna: uno sta spingendo le vacche per arare invece l’altro sta seminando. Intanto un passero “saputo” sta pensando e spiando tra i rami, invece un pettirosso sta cinguettando come il lieve rumore metallico sbattendo contro una moneta d’oro.