Esterrefatto o esterefatto

Esterrefatto o esterefatto: qual è la forma corretta?

Esterrefatto o esterefatto, come si scrive correttamente? Possono andare bene entrambe le grafie? C’è una regola grammaticale da seguire?

Lo sappiamo, l’italiano è una lingua ricca di sfaccettature che la rendono bella e difficile al tempo stesso, non solo per gli stranieri che desiderano impararla ma anche per chi è madrelingua.

Capita abbastanza spesso di vedere/sentire entrambe le forme e questo può far sorgere qualche dubbio.

Esterrefatto o esterefatto? La risposta corretta è esterrefatto.

Possiamo trovare conferma di questo sfogliando un qualsiasi vocabolario. Noteremmo infatti che la sola versione a figurare è “esterrefatto“.

Riportiamo un estratto preso dal sito web di Treccani:

Esterrefatto agg. [comp. dei temi del lat. exterrere «atterrire» e facĕre «fare»]. – Atterrito, spaventato […]

Facciamo qualche esempio:

  • Sono davvero esterrefatta! Non avrei mai immaginato che potesse arrivare a fare questo. CORRETTO
  • Nel sentire le parole di Luca sono rimasto esterefatto! ERRATO
  • Siamo rimasti esterrefatti nel leggere il conto del ristorante. CORRETTO

Adesso passiamo alla spiegazione.

Esterrefatto o esterefatto: l’origine del termine

Per capire perché tra le due varianti quella corretta sia quella con la doppia “r”, è importante partire dall’origine del termine.

Esterrefatto è l’unione di due vocaboli latini: exterrere, cioè atterrire e factus, participio passato di facere, ossia fatto.

Come possiamo facilmente notare, il termine exterrere presenta la doppia “r” che nella traduzione italiana è rimasta inalterata.

Ora tra esterrefatto o esterefatto non dovresti più avere dubbi, la grafia corretta è appunto solo la prima.

Ciò che però col passare del tempo ha subito un mutamento è l’accezione del vocabolo, vediamo come.

Ad oggi intendiamo ed utilizziamo comunemente “esterrefatto” come sinonimo di sbigottito, stupito o sbalordito.

Inizialmente però lo si impiegava per indicare uno stato di terrore o di paura più che di stupore, lo sapevi?

I significati sono ad oggi entrambi validi, anche se abbastanza raramente viene adoperato nel senso originario.

La regola grammaticale sta nelle lettere doppie, in questo caso la r. Nella nostra categoria dedicata al lessico, abbiamo visto diversi casi simili come: sopralluogo o sopraluogo.

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