Quando abbiamo studiato l’analisi logica ed i complementi in generale, abbiamo fatto cenno alla molteplicità degli stessi, uno di questi è il complemento di fine o scopo.
Come tutti gli altri complementi si tratta di un elemento variabile dell’analisi logica e in quanto tale, non sempre figura all’interno di una proposizione.
Ma come fare a capire quando è presente? Capiamolo insieme!
Come individuare il complemento di fine o scopo
Innanzitutto dobbiamo specificare che, al pari di tanti altri, si tratta di un complemento indiretto e questo significa che non si lega direttamente al verbo.
Infatti, è introdotto da preposizioni semplici o articolate o ancora da alcune espressioni come: “al fine di…”, “allo scopo di…”.
Le domande a cui risponde sono: “a quale fine?”, “a quale scopo?”.
Al netto di queste informazioni, appare abbastanza intuitivo capire cosa indichi il complemento di fine o scopo.
E cioè il fine, lo scopo o l’obiettivo verso cui è indirizzata l’azione espressa dal verbo, una condizione, una persona o una cosa.
Vediamo qualche esempio:
- Questo parco mi sembra davvero perfetto per il picnic!
- Ho bisogno di un nuovo smartphone per il mio lavoro.
- Abbiamo aperto una raccolta fondi in aiuto dei terremotati.
Attenzione a non confonderlo con il complemento di causa
Occorre fare una piccola ma doverosa precisazione.
Potrebbe accadere, in alcuni casi, di confondere il complemento di fine o scopo con il complemento di causa.
Questo perché entrambi possono essere introdotti dalla preposizione semplice “per”.
La differenza è che, mentre il complemento di fine o scopo indica l’obiettivo da raggiungere, il complemento di causa indica invece il motivo per cui l’azione avviene o è avvenuta.
Facciamo qualche esempio:
- Io e Luca ci vediamo questa sera per una cenetta. (Complemento di fine o scopo)
- Non sono più andata a fare jogging per la pioggia. (Complementi di causa)
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