Riassunto Dialogo della natura e di un islandese - Giacomo Leopardi
Riassunto Dialogo della natura e di un islandese - Giacomo Leopardi

Riassunto Dialogo della natura e di un islandese – Giacomo Leopardi

Dialogo della Natura e di un Islandese è un opera di Giacomo Leopardi composta tra il 21 e il 30 maggio 1824. Fa parte della raccolta delle Operette Morali, forse la più conosciuta e studiata; è per lo stesso poeta un momento di svolta quello raccontato infatti la Natura non viene più considerata positiva, ma Matrigna.

Il testo è piuttosto complesso da leggere e poco intuibile a primo impatto; ecco perciò un riassunto generale dell’opera.

Riassunto Dialogo della natura e di un islandese – Giacomo Leopardi

Leopardi sviluppa l’idea di un Islandese che viaggia, fuggendo dalla Natura. Ma giunto in Africa, in un luogo misterioso, incontra proprio colei che stava evitando, con la forma di una donna gigantesca dall’aspetto “tra bello e terribile”.

La Natura interroga l’Islandese sulle ragioni della sua fuga. La spiegazione dell’uomo è un lungo monologo in cui egli ripercorre le sue concezioni sulla condizione umana: un’articolata riflessione che lo porta a comprendere l’infelicità dell’esistenza.

Inizialmente ritiene che la sofferenza nasca dai rapporti umani, spesso violenti. Ma il dolore può nascere anche dall’esterno, quindi inizia a credere che l’individuo soffra perché valica i limiti assegnati dalla Natura. Infine comprende che la sofferenza è insita nell’uomo, caratterizzato da un piacere mai realizzabile del tutto, e non può essere eliminata.

La vera causa dell’infelicità è la Natura, che crea e poi tormenta gli esseri viventi. Questa ha assegnato all’uomo il desiderio insaziabile di piacere che non solo è irraggiungibile nel corso di una vita intera, ma a volte è anche dannoso.

Dopo il monologo dell’Islandese interviene la Natura, che ribalta la posizione dell’uomo: questa è totalmente insensibile al destino degli esseri da lei creati, ma agisce meccanicisticamente secondo un processo di creazione e distruzione, che coinvolge direttamente tutte le creature.

Con la conclusione di questo dialogo viene superata la concezione dell’uomo come elemento centrale dell’universo, ma rimane senza risposta la domanda dell’Islandese: “a chi piace o a chi giova cotesta vita infelicissima dell’universo, conservata con danno e con morte di tutte le cose che lo compongono?”.

Analisi Dialogo della natura e di un islandese – Giacomo Leopardi

Il dialogo come è in realtà un monologo dell’Islandese, e solo all’inizio e alla fine interviene la Natura con poche e dure battute. Le parole dell’Islandese sono aspre ed accese, e ripercorrono le sue diverse riflessioni sulla sofferenza.

Il protagonista accusa la Natura di essere crudele e ingiusta. Ma questa appare del tutto insensibile alle critiche, le sue parole sono ancora più dure: essa non agisce per assecondare l’uomo, ma è del tutto indifferente e insensibile davanti agli esseri da lei creati.

Ed è qui che si evidenzia la voluta contraddittorietà della Natura leopardiana. E nello stesso modo amaro e tragico si conclude l’operetta con la notizia, riportata dal narratore, della probabile morte dell’Islandese.

Circa Giovan Giuseppe Ferrandino

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