Partiamo dal cosa sbagliamo oppure no, scegliendo tra tuttoggi o tutt’oggi. Consultando diverse fonti possiamo dire che siano corrette entrambe, la prima forma è considerata rara ma corretta.
Per scrivere però scegliete sempre tutt’oggi, la forma separata dall’apostrofo. Il significato unico di questa espressione è: fino a oggi, compresa la giornata di oggi (fonte: Nuovo De Mauro).
Tutt’oggi è una locuzione avverbiale che unisce l’avverbio oggi e l’aggettivo più pronome tutto. Vi consigliamo di studiare e stampare questo testo della Crusca dedicata ai dubbi sulle parole unite o separate.
Vediamo qualche frase esempio con la forma corretta:
- Un delitto a tutt’oggi irrisolto
- Sono state aperte tante possibilità ma a tutt’oggi nessuno si è fatto avanti.
- Tutt’oggi non è stata rinvenuta traccia dell’oro antico con cui Wilbur ed il vecchio Whateley avevano sempre pagato i loro debiti.
- Sarà il dilemma a tutt’oggi irrisolto della sua esistenza: stare con il socialismo o con il liberalismo?
Tutt’oggi o tuttoggi, perché si sceglie la forma separata?
Molte volte, nella nostra sezione lessico, ci siamo trovati di fronte a parole corrette e usate nella loro forma rara o in disuso. Se dovete scegliere, è sempre meglio seguire le indicazioni fornite dai dizionari linguistici, da fonti importanti come l’Accademia della Crusca o la Treccani, le tendenze di scrittura generali.
Le forme rare o in disuso si riportano nelle citazioni, per rispetto delle frasi scritti da autori di un periodo storico e linguistico.
Il caso tutt’oggi o tuttoggi ci porta ad analizzare la differenza tra elisione e troncamento.
Tutt’oggi o tuttoggi, quando si uniscono o si separano le parole
Tutt’oggi subisce l’elisione, ovvero la sostituzione con apostrofo dell’ultima vocale per unirla all’altra.
L’elisione avviene con gli articoli determinativi e indeterminativi. Non si scrive lo amico, ad esempio, ma l’amico.
Una amica è un’amica. Però un amico è senza l’apostrofo perché in questo caso è troncamento.
Il troncamento è chiamato anche apocope, si sopprime alla fine di una parola la vocale, la consonante oppure una sillaba. I motivi sono tanti e spesso sono dovuti alla pronuncia, al suono della lettura.
Il contrario di troncamento o elisione è univerbazione. Ovvero l’unione di parole separate per creare un unico vocabolo di senso compiuto. Il nostro esempio è tuttoggi seppure da non usare nello scrivere.