Si scrive cerebrale o celebrale? Entrambe le versioni sono corrette? E perché ci si confonde?
Oggi rispondiamo a questo dubbio lessicale semplice da risolvere ma che può trarre facilmente in inganno.
Anticipiamo che una sola delle due versioni è quella corretta, l’altra invece è un vero e proprio errore assolutamente da evitare se non si vuole fare una figuraccia.
Eppure capita non di rado di leggere o sentire entrambi i termini, in effetti la struttura della parola potrebbe portare a fare confusione tra la “r” e la “l”.
Inoltre, non trattandosi di un vocabolo di uso comune, la memoria può aiutarci poco.
Cerchiamo allora di capire insieme perché è “cerebrale” la versione corretta.
Tra cerebrale o celebrale, scegli sempre cerebrale
Riconoscere ed individuare l’errore, in questo caso, è molto semplice. Consultando un qualsiasi dizionario, cartaceo o digitale, è infatti possibile notare che soltanto il termine “cerebrale” è presente.
La ricerca di “celebrale” non produce alcun risultato, perché appunto non fa parte della lingua italiana, bensì si tratta di un errore abbastanza comune.
Riportiamo come esempio un estratto della pagina “cerebrale” del vocabolario online Treccani.
“Cerebrale agg. [der. di cerebro, con influenza, nel sign. fig., del fr. cérébral]. […] Avv. cerebralménte, in modo cerebrale, con cerebralità.”
Perché si scrive cerebrale
In generale, il segreto per ricordare meglio quanto appena appreso, consiste nel capire perché una cosa sia in un determinato modo.
Tra cerebrale o celebrale, è la prima grafia ad essere priva di errori in quanto il termine deriva dal latino “cerebrum”, ossia il diminutivo di “cerebellum” che significa appunto cervello.
La particella -er di cervello, viene poi mantenuta anche nelle parole che da questa derivano, tra cui proprio cerebrale.
Ti mostriamo qualche esempio:
- “Quella caduta, apparentemente banale, gli ha procurato una commozione cerebrale.”
- “Mi impegno a creare un’arte che sia per lo spettatore, in qualunque condizione si trovi, una sorta di calmante cerebrale, di tregua, di piacevole certezza che doni pace e tranquillità.” Henri Matisse