Si dice redarre o redigere? Oggi risolveremo insieme questo dubbio che, quasi certamente, abbiamo avuto un po’ tutti almeno una volta e spiegheremo anche come nasce l’errore.
Esatto, perché delle due forme appena menzionate soltanto una è quella corretta mentre l’altra rappresenta una vera inesattezza da non commettere, sia nella lingua parlata e sia quando si scrive.
Eppure non è raro leggere o sentire entrambe le forme.
Delle due, però, soltanto una compare nei vocabolari. Sei curioso di scoprire di quale si tratta?
Redarre o redigere, cosa dice il vocabolario
In caso di dubbi grammaticali o lessicali, il vocabolario rappresenta sempre uno strumento efficace e semplice da consultare.
Inoltre, se a casa non ne possiedi uno, o ti trovi in un luogo diverso, puoi consultare gratuitamente i tanti portali online che offrono questo tipo di servizio, come ad esempio Treccani.
In questo caso, tra redarre o redigere, soltanto quest’ultima parola è presente:
Da Treccani: Redìgere v. tr. [dal lat. redigĕre, propr. «ricondurre», comp. di red- e agĕre «spingere, condurre»]. In senso generico, stendere, compilare, stilare.
Infatti la forma corretta deriva proprio dal verbo latino “redigĕre”.
Redarre non va, dunque, mai utilizzato.
Perché ci si confonde?
Ma ci sarà un motivo se molte persone si confondono tra i due vocaboli.
Probabilmente l’equivoco nasce dalla somiglianza di “redatto” con termini come tratto, distratto o attratto.
Quindi si potrebbe pensare che, esattamente come trarre, distrarre o attrarre, il verbo possa essere redarre.
Ma, ripetiamo, si tratta di un grave errore. Redarre o redigere non vanno entrambi bene.
Facciamo qualche esempio per essere chiari:
- Non ho abbastanza materiale per poter redigere la relazione, dovrò reperirne altro entro domani. CORRETTO
- Il vigile si accorse dell’errore mentre stava ormai redigendo il verbale. CORRETTO
- La scrittura privata redatta in duplice copia è stata finalmente consegnata al notaio. CORRETTO
- Redarre la relazione in così poco tempo è davvero impossibile! ERRATO