Riassunto Il bambino con il pigiama a righe
Riassunto Il bambino con il pigiama a righe

Riassunto Il bambino con il pigiama a righe – John Boyne

E’ un libro sempre apprezzato e commovente, si tratta de Il bambino con il pigiama a righe: romanzo best seller scritto da John Boyne dal quale è poi stato tratto l’omonimo film. Riprendiamo così il tema dell’Olocausto, infatti dopo il riassunto di Se questo è un uomo e La tregua di Primo Levi, quest’altro racconto vuole testimoniare quanta ferocia, anche davanti ai bambini, ci fu verso qualsiasi essere umano che fosse ebreo.

Riassunto Il bambino con il pigiama a righe
Riassunto Il bambino con il pigiama a righe

Titolo: Il bambino con il pigiama a righe

Autore: John Boyne

Anno: 2006

Prezzo:

Compra su Amazon

Trovaprezzi[wp_search_xml_best_price keywords=”Il bambino con il pigiama a righe”]

Riassunto Il bambino con il pigiama a righe

Il bambino con il pigiama a righe è un romanzo ambientato nella Seconda Guerra Mondiale; il protagonista del romanzo è Bruno, un bambino di nove anni che vive in una signorile casa del centro di Berlino. Siamo nel 1942 e la sua famiglia si deve trasferire in un altro paese per esigenze lavorative del padre, comandante di un campo di sterminio. Bruno però non sapeva neanche cosa volesse dire, piuttosto era rattristato perché andando via da Berlino non aveva più nessuno con cui potesse giocare.

Un giorno Bruno era in camera con Gretel, sua sorella, e dalla finestra videro qualche metro più in là oltre il giardino, un reticolato di filo di ferro alto più della loro casa alla cui sommità erano arrotolate enormi matasse di filo spinato. Nella mente dalla sorella questa era campagna perché aldilà di questo reticolato non c’erano che campi e baracche. Dovette ricredersi presto perché Bruno vide dei bambini; stupito di ciò decide di andare a chiedere informazioni al padre che molto sbrigativamente dice che quelle persone non sono essere umani.

Anche se insoddisfatto della risposta del padre, Bruno esce dall’ufficio. Il bambino era anche un lettore di libri di avventura e gli sarebbe piaciuto essere da grande come Cristoforo Colombo, un esploratore. Seguendo il suo sogno, pochi giorni dopo vuole esplorare quello che aveva visto dalla finestra anche se la madre glielo aveva proibito; decide perciò di esplorare il giardino dietro la villa e dopo aver camminato per quasi un’ora, vede davanti a sé un bambino all’interno di quel recinto.

Cominciò a camminare e presto si ritrovarono uno di fronte all’altro; i due cominciarono a parlare, si chiamava Shmuel, era polacco ed indossava un pigiama a righe come tutte le persone che erano dentro in quel recinto. Erano nati lo stesso giorno il 15 aprile 1934. Bruno si preoccupa delle condizioni di Shmuel infatti gli chiede perché fosse così magro; promette che la prossima volta gli porterà qualcosa da mangiare.

Intanto a casa di Bruno arriva un altro cameriere: un ebreo di nome Pavel. Lo stesso giorno recandosi da Shmuel si porta con sé un pezzo di pane. I due diventarono amici in fretta infatti ogni pomeriggio finite le lezioni Bruno andava da Shmuel e rimanevano lì a parlare per ore.

Dopo circa un anno da quando abitavano in quella casa, la famiglia dovette ritornare a Berlino per il funerale della nonna era molto triste. Neanche il tempo di dare l’ultimo saluto che Bruno e tutta la famiglia devono ritornare a casa; pochi giorni dopo sente la madre urlare nell’ufficio del padre. Cosa avrà avuto la madre per urlare così?

E’ questo il momento cruciale sia del libro che del film, infatti la madre scopre il vero lavoro del marito ed il giorno dopo il padre di Bruno ordina che tutta la famiglia deve trasferirsi a Berlino. Il fanciullo non era contento di questa decisione, infatti proprio ora aveva conosciuto qualcuno con cui passare le giornate.

Si reca così per l’ultima volta da Shmuel, quando quest’ultimo dice che non riescono più a trovare suo padre. Entrambi i bambini sono sconcertati e nella sua mente Bruno decide di voler aiutare il suo amico; perciò decise di chiedergli di procurare un pigiama a righe per far sì che potesse entrare anche lui nel recinto.

Il giorno dopo, anche se ostacolato dalla pioggia, Bruno riesce ad entrare nel campo di concentramento, si reca in una baracca per cercare il padre di Shmuel e senza pensarci in un’interminabile fila sono obbligati a marciare, ma entrambi non sapevano dove stessero andando. L’autore del libro lascia poi immaginare cosa è successo: entrambi erano stati diretti in una camera a gas dove morirono asfissiati.

Dopo che Bruno si è recato all’interno del lager, a casa sua non si seppe più nulla per parecchi mesi; la madre e Gretel perciò decisero di tornare a Berlino, convinte che Bruno potesse essere tornato lì da solo, ma le ricerche furono vane.

Solo dopo un anno il padre del bambino si reca nel luogo dove furono ritrovati i vestiti e vedendo la rete sollevata capisce che Bruno era andato all’interno del campo.

Circa Giovan Giuseppe Ferrandino

3 commenti

  1. L’italiano e soprattutto l’uso dei tempi verbali di questa recensione lasciano molto a desiderare.

    • Buongiorno Non ho ben capito se lei si riferisce alla forma del mio commento,Se ci sono errori ..chiedo scusa..(spesso se non si controlla partono enormi strafalcioni)ma non riesco a controllare quali essi siamo!Resta il fatto che il contraddittorio non c’è. SE HA PROVE CHE L’OSSO DI SEPPIA È UNA CARTILAGINE.ME LE FACCI A AVERE…per ora resto ancorata alla Treccani ..grazie e buona giornata Elvira miranda

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *