“La madre” è un famoso e toccante componimento poetico scritto da Giuseppe Ungaretti e pubblicato nella raccolta Sentimento del tempo nel 1933.
Analizziamo insieme il significato e la metrica di questa bellissima poesia.
Il commento a “La madre”
Giuseppe Ungaretti scrive questo brano in seguito alla morte della madre, che appunto è uno dei temi centrali della poesia, ma non solo.
Un altro argomento che tocca molto da vicino il poeta e che egli esprime qui in maniera forte e diretta, è la sua ritrovata fede cristiana.
Nella vita di Ungaretti, infatti, la religione è sempre stata motivo di riflessione ed inquietudine, soprattutto nel periodo della Prima Guerra mondiale, a cui egli prende parte.
In questa fase il suo credo vacilla, le certezze vengono meno dinanzi ad un mondo devastato dagli orrori del conflitto.
Tuttavia, la sua ricerca è costante, il poeta non abbandona mai questa ricerca di un senso più profondo.
Vediamo in quale modo esprime queste tematiche nella poesia “La madre”.
Nella prima strofa Ungaretti immagina il momento della sua morte come un evento rivelatore in cui finalmente verrà meno il mistero della vita stessa.
Egli vede la madre, pronta ad accompagnarlo, come Beatrice per Dante, in paradiso, al cospetto del Signore.
Nella seconda e nella terza strofa descrive l’atteggiamento fiero e deciso della madre che prega, proprio come faceva quando era ancora in vita.
E ricorda quando, in punto di morte, alzò le braccia offrendosi a Dio.
Nella quarta e quinta strofa il poeta immagina il momento in cui riceverà il perdono del Signore e qui enfatizza il credo della madre che, solo ora guarda suo figlio.
Finalmente lei ricorderà di averlo atteso a lungo ed il suo sguardo apparirà sereno.
L’analisi metrica del brano
“La madre” si compone di 5 strofe di cui: due quartine, una terzina e due distici di endecasillabi e settenari liberamente alternati.
Da un punto di vista lessicale e stilistico, Ungaretti abbandona lo stile scarno ed essenziale che aveva sperimentato tempo prima e ritorna alle forme poetiche tradizionali, anche attraverso l’uso della punteggiatura.
Le principali figure retoriche sono:
- Analogia: v. 1 “l’ultimo battito” cioè la morte; v. 2 “un muro d’ombra” cioè il confine tra la vita e la morte.
- Anastrofe: vv. 1-2 “E il cuore quando d’un ultimo battito avrà fatto cadere il muro d’ombra” e v. 4 “come una volta mi darai la mano”.
- Metafora: v. 6 “sarai una statua davanti all’eterno”
- Antonomasia: v. 6 “eterno” per indicare Dio.
- Sinestesia: v. 15 “e avrai negli occhi un rapido sospiro”.