Nell’effettuare l’analisi logica di un periodo potremmo imbatterci in un complemento di termine: come individuarlo correttamente? Qual è il suo ruolo? Scoprilo con la nostra guida!
Abbiamo utilizzato il condizionale perché, come abbiamo visto quando abbiamo analizzato i complementi in generale, questi sono detti elementi variabili dell’analisi logica.
Gli elementi variabili, a differenza di soggetto e predicato che invece sono elementi fissi, non è detto che figurino all’interno di una frase.
Quando però c’è un complemento di termine, è fondamentale saperlo riconoscere. Ecco come fare.
Cosa è il complemento di termine e a quali domande risponde
Come sappiamo, i complementi sono degli elementi che completano la frase aggiungendo dei dettagli o delle precisazioni.
In questo caso, il complemento di termine indica la persona, la cosa o l’animale su cui ricade l’azione che viene espressa dal verbo (predicato).
Un metodo utile ed efficace per capire di quale complemento si sta trattando, consiste nel chiedersi “a quale domanda risponde?“.
Si tratta certamente di un complemento di termine se risponde alle domande “a chi?” (per gli esseri animati), “a che cosa?” (per gli esseri inanimati).
Facciamo due esempi:
- Ho regalato una macchinina a Carlo. (risponde alla domanda: a chi?)
- Luisa ha mostrato propensione alla pittura. (risponde alla domanda: a che cosa?)
Da quali preposizioni è introdotto?
Il complemento di termine è un complemento indiretto, vale a dire che non si lega direttamente all’elemento che lo regge, bensì lo fa per mezzo di preposizioni o locuzioni.
Nel nostro caso, la preposizione che lo introduce è: a, sia nella forma semplice che articolata.
Può dipendere da un verbo transitivo o intransitivo ed anche da aggettivi.
Oppure, questo complemento può talvolta consistere in un pronome personale ( mi, ti, gli, le, ci, vi, etc. ) ed in questo caso non figura la preposizione “a”.
Ecco un esempio:
- La maestra ci ha assegnato i compiti. (risponde alla domanda: a chi?)