apposta o a posta

Come si scrive: “apposta” o “a posta”?

Quante volte ci è capitato di urtare incidentalmente un passante mentre camminavamo distratti, di rovesciare il caffé sui preziosi appunti del nostro fidato compagno di studio o di calpestare senza volerlo i piedi di uno sconosciuto tra la folla?

Questi piccoli incidenti non sono infrequenti, soprattutto nella frettolosa routine quotidiana.

Ad essi generalmente rimediamo con gentilezza pronunciando la semplice frase “scusa, non l’ho fatto apposta!”.

Tuttavia, questa piccola formula,che rappresenta una vera e propria certezza nel linguaggio orale, è fonte di grande perplessità allo scritto.

Difatti, non tutti sanno esattamente quale sia la grafia corretta di questa espressione, e se sia giusto scrivere “apposta” o “a posta”.

Scopriamolo insieme.

Cosa vuol dire “apposta”

La parola “apposta” può avere due significati.

Nel primo essa può corrisponde al participio passato del verbo “apporre”, composto di “porre”, con significato di “mettere qualcosa da qualche parte”.

Nel secondo significato corrisponde invece alla forma univerbata della locuzione “a posta”, la cui pronuncia con raddoppiamento consonantico della “p” ha prodotto poi una versione trascritta di questa modifica della pronuncia.

Cosa vuol dire “a posta”

L’espressione “a posta” è di origini più antiche, poco recenti, e pertanto risulta piuttosto difficilmente rintracciabile nella lingua odierna.

Tuttavia, nonostante il suo essere desueta, la parola sopravvive in altre espressioni rimaste invariate come, ad esempio, “a bella posta”.

Qual è la forma corretta?

Dunque, per ricapitolare, qual è la forma corretta tra le due proposte? Farlo “apposta” o farlo “a posta”?

Le due forme sono assolutamente indistinguibili all’orale.

Per quanto riguarda lo scritto, invece, esse sono da considerare entrambe accettabili, in quanto la seconda non è altro che la versione più arcaica della prima, di stampo più moderno.

Le due forme sono dunque interscambiabili, con la sola differenza che la forma “apposta” risulta vagamente più moderna e corrente nella lingua d’uso.

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